
Anno:
2008
Editore: Einaudi
Pagine: 422
Note: trad. dal norvegese di Luca
Lamberti
Titolo originale: Det som er mitt (2001)
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Malgrado quanto dichiarato da Einaudi, Quello
che ti meriti non è il primo romanzo di Anne Holt
tradotto in italiano: nel
1999 la coraggiosa casa editrice Hobby & Work aveva pubblicato
nella serie "Euronoir" il romanzo Sete di giustizia,
che presentava la straordinaria figura del commissario Hanne Wilhelmsen.
Quello che ti meriti ruota attorno
alle vicende di quattro persone, vicende che apparentemente
sembrano slegate tra loro ma che, alla fine del romanzo, trovano
tutte assieme una connessione logica.
L'episodio principale, lungo il quale si sviluppa la trama,
riguarda una tragica storia di rapimenti di minori portata avanti
da uno psicopatico dall'agire lucido, quasi scientifico. Rapimenti
che in un primo tempo sembrano opera di un pedofilo ma che, col
passare del tempo e con l'uccisione dei primi bambini, sembrano
svelare un disegno diverso, incomprensibile ma perfettamente
intellegibile.
La seconda vicenda ruota attorno alla figura di Aksel Seier, un
uomo deluso dalla vita e fuggito da un passato inconfessabile e
viziato da accuse infamanti che lo hanno portato ad una condanna
ingiusta per lo stupro e l'uccisione di una bambina.
Le indagini sono affidate all'investigatore Yngvar Stubø,
uomo segnato da un passato doloroso, che cerca la collaborazione
della criminologa di scuola americana Johanne Vik.
Fra i due, che lungo tutto l'arco del romanzo continuano ad
avvicinarsi e allontanarsi, sembra nascere quasi una storia.
Questa però non ha nulla di sensuale e alla fine rimane
inespressa.
Il romanzo è scritto indubbiamente bene, con buona tecnica
di scrittura e con uno stile secco ed efficace. Ciò che
manca è forse la trama stessa: chi conduce le indagini
sembra a lungo barcamenarsi in ipotesi e ricostruzioni che nulla
portano alla comprensione del caso.
L'apporto della criminologa Vik è pressoché nullo
mentre la soluzione del giallo sembra essere esclusivamente
affidata all'istinto soprannaturale che contraddistingue Stubø.
Ed è proprio la sintesi finale, che poggia sul
soprannaturale e sul caso che tutto aggiusta, che risulta priva
del criterio di verosimiglianza.
Aspettiamo con ansia il prossimo romanzo della serie (in uscita
sempre presso Einaudi) per valutare quest'ottima mano al servizio
di una trama (speriamo) più convincente.
Riccardo Marmugi
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