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Recensioni

 

Michael Larsen - Precisione crescente

 

Anno: 1995
Editore: Garzanti
Pagine: 248
Note: trad. dal danese di Eva Kampmann
Titolo originale: Uden sikker viden (1994)

 


Bestseller in Germania e Scandinavia il thriller Precisione crescente uscì in Italia nel 1995 per i tipi della Garzanti senza destare particolare interesse.
La provenienza "esotica" (la moda del giallo nordico era ancora da venire) e una non adeguata campagna di marketing hanno fatto sì che il romanzo sia stato ignorato a suo tempo e che successivamente non sia mai stato più ristampato. Ed è un vero peccato perché questo giallo meritava sicuramente maggiore attenzione, sia per l'originalità dell'intreccio, sia per la particolarità del modus narrativo.
Tutto il romanzo espone in prima persona il racconto di un narratore inaffidabile che affoga la sua inadeguatezza in fiumi di whiskey e cocktails di psicofarmaci e che spesso non è nemmeno sicuro se quanto ricorda corrisponda al vero o sia frutto dei suoi deliri artificiali.
Il protagonista, Martin Molberg, un giornalista in crisi, viene sospettato dell'omicidio della sua fidanzata Monique Milazar, assistente di volo della SAS. Martin, ancora non del tutto uscito da un esaurimento nervoso, dà inizio alla sua personale ricerca dell'assassino. Per far questo incomincia a seguire degli indizi che la polizia sembra aver ignorato: un frammento di carta in cui appare un nominativo misterioso con l'indirizzo di un hotel di Los Angeles e una foto in cui Monique appare impegnata in un atto sessuale con uno sconosciuto. 
Partendo per Los Angeles Martin conosce un'altra hostess della SAS, Natasha Noiret, che spesso frequenta lo stesso hotel in cui è stata scattata la foto e che lo affiancherà nelle sue ricerche, prendendo presto il posto di Monique nel letto e nella testa di Martin.
Grazie all'aiuto di un amico esperto in tecnologie digitali vengono esaminate tutte le prove dalle quali comincia ad affiorare l'ombra di una cospirazione internazionale che ha lasciato anche un consistente segno nel conto corrente di Monique, attraverso il versamento di due milioni di corone effettuato poco prima della sua morte.
Col progredire delle ricerche il protagonista, cercando la verità attraverso i fumi dell'alcol e dei medicinali di cui non può più fare a meno, comincia a delineare i termini della cospirazione. Niente è come sembra e nessuno è apparentemente al di fuori del complotto. Martin stesso è sempre meno sicuro della verità e la sua instabilità lo precipita in un incubo senza fine e senza soluzione. L'epilogo è insolito e del tutto inaspettato ma la bellezza del romanzo è tutta qui, nel ritmo tenuto costantemente alto e nella chiusura che lascia un po' di amaro in bocca. 
Chissà se i tempi sono maturi per una ristampa o se il fenomeno letterario del momento ne permetterà la riscoperta. Altrimenti non vi resta che cercarlo tra le librerie remainders o su qualche banchetto di libri usati.
 
Riccardo Marmugi
 

Voto: 7/10

 

   
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