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Recensioni

 

Santeri Ivalo - La vendetta di Juho Vesainen

 

Anno: 2016
Editore: VociFuoriScena
Pagine: 240
Note: trad. dal finlandese di Marcello Ganassini
Titolo originale:
Juho Vesainen (1894)

 


Devo ammettere di essermi avvicinato a La vendetta di Juho Vesainen con scetticismo, perché un romanzo storico di fine Ottocento non è il genere di libro che più si adatta ai miei gusti.
Invece questo romanzo, sin dalle prime pagine, si è rivelato una piacevole sorpresa, capace di avvincere il lettore e di gratificarlo fino alla sua naturale conclusione.
Opera giovanile pubblicata da Santeri Ivalo nel 1894, è considerato da buona parte della critica finlandese come uno degli imprescindibili capisaldi del romanzo storico finlandese.
L’opera racconta le reali vicende e le imprese della vita di Pekka Vesainen (nel romanzo celato sotto il nome non troppo nascosto di Juha Vesainen), volvatta di Ostrobotnia il quale, alla fine del XVI secolo, si mise alla guida di un gruppo di contadini-guerriglieri, per compiere continue e cruente incursioni in quella parte del territorio che il Trattato di Nöteborg aveva assegnato alla Russia alla fine della lunga e sanguinosa guerra russo-svedese, dividendo di fatto due popoli di lingua e cultura finlandese e assegnandoli al dominio di due diverse corone.
Si tratta di un periodo caratterizzato da una fragile tregua continuamente interrotta da frequenti attacchi e scorrerie che immancabilmente portano alla brutale reazione della parte avversa. In questo panorama di violenza si distinguono le figure femminili, continuamente impegnate a fermare l’antica sete di vendetta che ormai da tempi immemori turba gli animi virili dei guerrieri finnici. 
Fin dall’inizio della narrazione si coglie il senso del tragico, il sospetto dell’ineluttabile e crudele finale, così come fin dall’inizio appare tutt’altro che facile il compito di queste figure femminili, quasi tutte destinate a rimanere inascoltate.
Lungo l’intero arco del romanzo si può intuire una velata critica alle logiche della guerra, che alla fine si configura come un’interminabile sequenza di azione e reazione senza soluzione di continuità, una guerra che mira solo al predominio commerciale e al controllo spoliativo dell’infelice popolo sami, ora sottoposto al duro controllo di una fazione, ora dell’altra.
La vicenda inizia con il saccheggio da parte dei careliani di Viena del villaggio di Juha Vesainen, cui segue il rapimento di Helinä, l’amata sorella di Juha, da parte del più crudele dei condottieri avversari, quel Ahma che in un primo tempo Helinä disprezza, ma che piano piano, col passare del tempo inizia quasi ad ammirare, in una sorte di sindrome di Stoccolma ante litteram.
Tra gli ostrobotnici cresce sempre di più il desiderio di vendetta, che in un primo tempo si configura come un’azione militare per recuperare la fanciulla rapita, ma che in seguito diventa una vera e propria missione di conquista. Questa nuova finalità è ancora più evidente nel momento in cui gli ostrobotnici chiedono l’aiuto dell’esercito svedese per una missione di guerra che dovrebbe portare ad impossessarsi del monastero di Petsamo, importante centro commerciale del Nord, ma che si conclude con la distruzione del monastero e con lo sterminio di tutti i monaci.
Tuttavia, dopo l’ennesima devastazione, Juha, che ormai configura le sue azioni come una sfida personale ad Ahma, comincia cautamente a ripensare alle sue azioni. Si intuisce che forse stia iniziando a sentirsi stanco, che forse voglia fermarsi per un po’, ma ovviamente il destino sta preparando altri disegni riguardo al suo futuro.
Di particolare valore è la superba traduzione di Marcello Ganassini che riesce a rendere moderno un romanzo che probabilmente nella lingua originale potrebbe risultare un po’ datato. Il volume ha inoltre il pregio di essere riccamente illustrato dai bellissimi disegni dell’artista finlandese Erkki Tanttu. È un vero peccato, però, che la stampa digitale non permetta di gustare appieno la bellezza di tali illustrazioni.
 
Riccardo Marmugi
 

Voto: 9/10

 

   
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